“Speculative fiction”, o narrativa speculativa, è una categoria critica ancora molto discussa, comprendente rappresentazioni letterarie di utopie, distopie, storie alternative e di idee scientifiche non ancora testate. Se in termini generici ogni forma di narrazione può essere vista come una risposta alla domanda autoriale “What if?” (e se…), la “speculative fiction” sembra nascere, invece, da una serie di interrogativi più specifici circa le scienze fisiche e sociali e la loro relazione con la storia e la società passata, presente e futura. Scopo di questo progetto è dunque quello di esplorare i confini della “speculative fiction” e analizzarne alcuni aspetti chiave di tipo ideologico-sociale negli autori più rappresentativi.
In termini di possibili categorizzazioni, lo scrittore e critico Samuel Delany parla di una certa “congiuntività” di questi modi letterari: un romanzo naturalista è infatti una storia di ciò che “sarebbe potuto accadere”, una storia fantasy racconta qualcosa che “non sarebbe potuto accadere”, mentre la narrativa speculativa si articola nello spazio di ciò che “non è accaduto”. Nel caso specifico della distopia, poi, Delany aggiunge un interessante “ancora”, in quanto, a suo parere, la narrativa distopica presenta ciò che “non è ancora accaduto” (come nel caso di The Handmaid’s Tale di Margaret Atwood). Nonostante molti dei testi e degli autori inclusi nella lista, non del tutto esaustiva, utilizzata per la seguente ricerca, siano stati precedentemente categorizzati come appartenenti al genere della fantascienza, dell’ utopia e della distopia, ciò che accomuna e unisce questi testi è:
– la presenza di un forte elemento di critica sociale
– la consapevolezza di un certo carattere estraneo e straniante della modernità
– il riconoscimento del potere della scienza per fini buoni o malvagi.
La selezione testuale comprenderà romanzi di tradizione britannica e russa. Tra i britannici s’includono autori come H.G. Wells (The Island of Dr Moreu, The First Man in the Moon, When the Sleeper Wakes, A Modern Utopia), E.M. Foster (The Machine Stops) e Aldous Huxley (Brave New World) mentre tra i russi sono presenti Alexander Bogdanov (Red Star) Yevgeny Zamyatin (We) e Katharine Burdekin (Swastika Night).
L’analisi si articolerà in base a quattro tematiche principali, ognuna delle quali esplorerà sia gli aspetti comuni che le diverse specificità all’interno dei testi:
1) Uno studio su Aldous Huxley, visto anche in riferimento alla figura del fratello scienziato Julian, quale biologo ed ecologista d’avaguardia.
2) Uno studio dei testi in termini di ideologie di globalizzazione e di mercificazione di scienza e tecnologia, con particolari riferimenti impliciti ed espliciti agli scopi della narrativa utopica.
3) Uno studio sulla “scienza come allucinazione” nell’opera di Wells, in particolare sulla opposizione narratore pazzo vs. narratore positivista onnisciente.
4) Uno studio sull’entropia, vista sia come conseguenza delle leggi della termodinamica sia come metafora per l’istupidimento e la decadenza sociale, attraverso Bogdanov, Foster, Zamyatin e Burdekin.